lunedì 11 ottobre 2010

L'Assessore Damiano ha precise responsabilità politiche, che prescindono dall'andamento dei procedimenti penali a suo carico

Domani è 12 ottobre. Il 12 ottobre2006 la Giunta Pepe approvò, senza il voto mio e di Salvatore De Toma, un atto illegittimo che portò all’apertura del centro commerciale “I sanniti”, in deroga alle disposizioni urbanistiche e commerciali.
In questi giorni, strascico di quell’atto tanto controverso, imperversa la polemica in merito all’opportunità che l’Assessore ai Lavori Pubblici Aldo Damiano rassegni le proprie dimissioni, essendo indagato per reati di corruzione e truffa nonché oggetto di una richiesta di arresto. Come è avvilente uso in questi casi, la discussione mira, artatamente, a confondere l’aspetto giudiziario della vicenda con la sua rilevanza per la comunità. Si persegue, così, l’obiettivo di insabbiare nella palude delle procedure giudiziarie la valutazione delle responsabilità politiche degli amministratori, i quali, non a caso, si appellano alla diversa valutazione dei fatti operata da PM e Gip, alla presunzione di innocenza, dichiarano fiducia nella magistratura e nel frattempo continuano a rimanere in carica come se nulla fosse.

L’indagine che coinvolge l’Assessore Damiano riguarda soprattutto il mancato rispetto da parte di Zamparini degli accordi da questi stipulati con il Comune per l’apertura del centro commerciale. E’ bene ricordare che con tali accordi l’imprenditore otteneva una deroga alle procedure previste in via ordinaria per l’apertura della struttura commerciale a fronte dell’assunzione dell’onere di realizzare alcune opere di pubblica utilità da consegnare al Comune e dunque alla comunità.
In particolare Zamparini si impegnò, con l’amministrazione D’Alessandro (centro-destra) prima e con l’Amministrazione Pepe (centro sinistra) poi, ad assumere a suo carico le spese per abbattere tre capannoni in area parco, per realizzare e cedere alla città un parco fluviale e un asse interquartiere, per acquistare e cedere alla città suoli di proprietà delle Ferrovie nonché a versare al Comune ottocentomila euro per la eliminazione dei passaggi a livello di via Valfortore. Si può stimare in circa 6 milioni di euro il valore complessivo delle opere di pubblica utilità e dei versamenti nelle casse comunali oggetto degli impegni assunti da Zamparini.
Ad oggi il mancato trasferimento del parco fluviale al patrimonio del Comune è oggetto di una controversia innanzi al TAR e le altre opere di pubblica utilità non sono state realizzate per ritardi del Comune. In definitiva, nessuno degli impegni assunti da Zamparini è stato onorato; con ciò la città, in cui i servizi per i cittadini sono ridotti al lumicino (vedi da ultimo mensa scolastica) e le tasse aumentate ai massimi livelli ammissibili (vedi TARSU, ICI, IRPEF), subisce un danno di 6 milioni di euro mentre i conti dell’imprenditore friulano si avvantaggiano del mancato esborso.
L’Assessore Damiano ed il Sindaco, però, continuano a proclamare in modo autoreferenziale i propri meriti ed a tacere rigorosamente sui fatti specifici.
La comunità danneggiata ha, invece, diritto di sapere, ora, come e perché sia stato possibile che gli uffici dell’Assessorato retto da Damiano non abbiano elaborato i progetti per l’eliminazione dei passaggi a livello che Zamparini avrebbe dovuto eseguire, né abbiano effettuato il collaudo della strada che sempre Zamparini avrebbe dovuto cedere alla città, né ancora siano riusciti dal 2006 a concordare con le Ferrovie dello Stato la cessione di una fascia di terreno già identificata.
Il profondissimo sentimento di indignazione civile non può trovare sedazione nel processo penale; rilevano, piuttosto, le responsabilità attuali di chi amministra danneggiando la comunità.