anche questo mio articolo è apparso su "IL MESSAGGIO D'OGGI" (18 giugno 2012)
Da almeno due anni si “voicifera”
che la massa debitoria del Comune, per effetto della gestione dissipativa
dell’Ente, della soccombenza in giudizi di esproprio, del peso dei debiti fuori
bilancio, sia tale da non poter essere soddisfatta. A norma di legge (art. 244
T.U.O.E.L.) si ha dissesto finanziario se l’Ente non può garantire l’assolvimento
delle funzioni e dei servizi indispensabili ovvero se ha debiti cui non può far
fronte con le procedure ordinarie. Pare che entrambe queste condizioni si siano
manifestate o stiano per manifestarsi nel Comune di Benevento.
A prescindere dai tecnicismi in
ordine alle condizioni che determinano il disse sesto ed alle cause che hanno
prodotto il manifestarsi di quelle condizioni, cause sulle quali i politici si
scontreranno a lungo, è interessante capire, però, le conseguenze che la
dichiarazione del dissesto finanziario comportano per i cittadini e la città
anche perché si tratta di conseguenze salate. Vediamole. Entro trenta giorni
dalla data di esecutività della delibera di dichiarazione del dissesto il
Consiglio Comunale deve deliberare:
1. L’adozione
delle aliquote massime per tutti i tributi locali, con efficacia per tutto il
periodo del risanamento;
2. la
misura massima per tutte le tariffe degli altri servizi produttivi;
3. elevare
al massimo compatibile con le disposizioni vigenti i canoni patrimoniali;
4. aumento
delle tariffe dei servizi a domanda individuale (mensa scolastica, ad esempio).
L’aumento delle tariffe, delle
imposte e delle tasse, tuttavia da sola, non può essere sufficiente al
risanamento. Dall’entrata in vigore della legge Costituzionale n. 3 del 2001,
infatti, non è più previsto che lo Stato possa concorrere al finanziamento dei
debiti pregressi tramite mutuo ventennale, conseguentemente, per raggiungere il
risanamento tutte lòe risorse finanziarie devo essere reperite nell’ambito
comunale.
Si dovrà, quindi necessariamente
mettere mano alla pianta organica del Comune, disponendo la mobilità per i
dipendenti in soprannumero, provvedere a drastici tagli di spese (e quindi di
servizi), di inefficienze e diseconomie ed ad alienare beni patrimoniali.
Provvedimenti drastici dovranno0
essere adottati anche per le aziende speciali, di cui, allo stato è facile
prevedere la svendita.
Novità molto interessanti sono
state introdotte dal D. Lgs. 149 del settembre 2011: gli amministratori che
siano riconosciuti responsabili dalla Corte dei Conti di danni cagionati con
dolo o colpa grave nei 5 anni precedenti la dichiarazione di dissesto non
avranno la possibilità di ricoprire incarichi di Assessore o revisore di Enti
locali per i successivi 10 anni.
Pepe e molti suoi Assessori, ex
Assessori e dirigenti sono allo stato indagati dalla Corte dei Conti per
l’adozione con dolo di atti che hanno cagionato danni all’Ente per oltre 2
milioni di euro. Potrebbe essere, quindi, interesse della Giunta Pepe
dichiarare il dissesto prima delle probabile condanne della Corte dei Conti,
per sottrarsi alla conseguenza sanzionatoria prevista dal decreto del settembre
2011.