lunedì 2 luglio 2012

le conseguenze del dissesto finanziario


anche questo mio articolo è apparso su "IL MESSAGGIO D'OGGI" (18 giugno 2012)

Da almeno due anni si “voicifera” che la massa debitoria del Comune, per effetto della gestione dissipativa dell’Ente, della soccombenza in giudizi di esproprio, del peso dei debiti fuori bilancio, sia tale da non poter essere soddisfatta. A norma di legge (art. 244 T.U.O.E.L.) si ha dissesto finanziario se l’Ente non può garantire l’assolvimento delle funzioni e dei servizi indispensabili ovvero se ha debiti cui non può far fronte con le procedure ordinarie. Pare che entrambe queste condizioni si siano manifestate o stiano per manifestarsi nel Comune di Benevento.
A prescindere dai tecnicismi in ordine alle condizioni che determinano il disse sesto ed alle cause che hanno prodotto il manifestarsi di quelle condizioni, cause sulle quali i politici si scontreranno a lungo, è interessante capire, però, le conseguenze che la dichiarazione del dissesto finanziario comportano per i cittadini e la città anche perché si tratta di conseguenze salate. Vediamole. Entro trenta giorni dalla data di esecutività della delibera di dichiarazione del dissesto il Consiglio Comunale deve deliberare:
1.      L’adozione delle aliquote massime per tutti i tributi locali, con efficacia per tutto il periodo del risanamento;
2.      la misura massima per tutte le tariffe degli altri servizi produttivi;
3.      elevare al massimo compatibile con le disposizioni vigenti i canoni patrimoniali;
4.      aumento delle tariffe dei servizi a domanda individuale (mensa scolastica, ad esempio).
L’aumento delle tariffe, delle imposte e delle tasse, tuttavia da sola, non può essere sufficiente al risanamento. Dall’entrata in vigore della legge Costituzionale n. 3 del 2001, infatti, non è più previsto che lo Stato possa concorrere al finanziamento dei debiti pregressi tramite mutuo ventennale, conseguentemente, per raggiungere il risanamento tutte lòe risorse finanziarie devo essere reperite nell’ambito comunale.
Si dovrà, quindi necessariamente mettere mano alla pianta organica del Comune, disponendo la mobilità per i dipendenti in soprannumero, provvedere a drastici tagli di spese (e quindi di servizi), di inefficienze e diseconomie ed ad alienare beni patrimoniali.
Provvedimenti drastici dovranno0 essere adottati anche per le aziende speciali, di cui, allo stato è facile prevedere la svendita.
Novità molto interessanti sono state introdotte dal D. Lgs. 149 del settembre 2011: gli amministratori che siano riconosciuti responsabili dalla Corte dei Conti di danni cagionati con dolo o colpa grave nei 5 anni precedenti la dichiarazione di dissesto non avranno la possibilità di ricoprire incarichi di Assessore o revisore di Enti locali per i successivi 10 anni.
Pepe e molti suoi Assessori, ex Assessori e dirigenti sono allo stato indagati dalla Corte dei Conti per l’adozione con dolo di atti che hanno cagionato danni all’Ente per oltre 2 milioni di euro. Potrebbe essere, quindi, interesse della Giunta Pepe dichiarare il dissesto prima delle probabile condanne della Corte dei Conti, per sottrarsi alla conseguenza sanzionatoria prevista dal decreto del settembre 2011.