mercoledì 16 luglio 2014

Lettera a Matteo Renzi, segretario nazionale del partito per il quale ho votato.

Caro Matteo,
il 25 maggio, per la prima volta, ho votato PD. Era dai tempi dei DS che non votavo per un partito moderato, essendomi dimenato a lungo nelle paludi della sinistra estrema. Alle ultime politiche, quelle che hanno designato il Parlamento che in maggioranza ti sostiene, ho scelto l'astensione.
Mi hai riportato al voto, mi hai riportato al voto per un partito di massa, dunque. Un voto recuperato. Dico subito che prima che per il il PD ho votato per te, perché ero convinto che se non avesse vinto il PD di larga misura, ti avrebbero rispedito a Firenze nel giro di 24/48 ore. Si, ho espresso le tre preferenze ma il voto politico era per te, lo ribadisco, perché ho scelto di sperare, perché ho fiducia in te. Mi sento, dunque, autorizzato a scriverti per aggiornarti, ove mai non lo fossi, e lo spero, dei fatti della mia città, Benevento e per conoscerne il tuo punto di vista.
Qui un Sindaco ex Udeur e che oggi si proclama “renziano”, che ho in passato sostenuto, arrivando anche ad esserne assessore (volontariamente dimesso in occasione del suo primo arresto) continua ad inanellare rinvii e giudizio per reati piuttosto gravi, connessi all'esercizio delle pubbliche funzioni. Il quadro tracciato dalla magistratura è allarmante. Un Giudice, noto per il suo garantismo, in una delle ordinanze cautelari ha scritto: “gli indagati agiscono nel più rozzo favoritismo e nel mercimonio della funzione, non più svolta nell’interesse esclusivo della collettività ma per perseguire utilità di interessi privati propri, di familiari, di persone o imprese amiche. Emerge in particolare la mediocrità del personale tecnico e dirigente…che a parte la palese disonestà manifestata…appare del tutto inadeguata. I dirigenti e i tecnici vengono fuori…come i vasi di coccio di manzoniana memoria stretti nella morsa costituita da una parte dall’arroganza dei politici disonesti…e dall’altra dalle blandizie e dai favori offerti da imprenditori spregiudicati”. Il Sindaco è stato arrestato più volte, ha subìto (facendola subire alla città) l'onta dell'obbligo di firma, subisce, con provvedimento confermato dalla Cassazione a settembre scorso. un sequestro cautelativo di circa 400mila euro. Ora, non è che voglio essere giustizialista ma questo quadro giudiziario (forse un po' pesante) non è affatto temperato da una solida azione politica ed amministrativa nell'interesse della città. Tutt'altro, alle inchieste ed ai provvedimenti della magistratura si aggiunge l'inedia amministrativa. Se Benevento si facesse un selfie, per usare una tua espressione, uscirebbe un'immagine nera! Disoccupazione alle stelle, imposte locali ai massimi in Italia, zero servizi, sporcizia, debiti. Nella classifica delle città che più hanno risentito degli effetti della crisi, pubblicata da “il sole 24 ore” pochi giorni fa, Benevento è al 18° posto. Alle inchieste della magistratura, dunque, si associa un fosco quadro amministrativo che non aiuta a superare la congiuntura negativa, aggravandone, piuttosto, le conseguenze economiche e sociali.
L'ultimo rinvio a giudizio di questo Sindaco “renziano” è della settimana scorsa.
Allora Matteo, segretario nazionale del partito per il quale con speranza ho votato, tu come la pensi? È normale che un Sindaco con tre rinvii a giudizio ed altri provvedimenti cautelari continui ad esercitare come nulla fosse le sue funzioni? Il PD che tu guidi, ferme restanti le garanzie dovute ad ogni imputati ed in primis la presunzione d'innocenza, ritiene politicamente accettabile che imputati per reati commessi nell'esercizio ed in connessione di cariche istituzionali possano continuare a rivestire quelle cariche cui sono stati eletti?
Pongo queste domande perché le speranze e la fiducia devono trovare riscontro nei fatti, ed io devo raccogliere elementi per la prossima tornata elettorale.
Con stima.
Antonio Medici