In qualità di ex assessore come valuta, dopo quattro anni di amministrazione targata Fausto Pepe, l’operato amministrativo? Si dice che abbia realizzato poche iniziative sia sul piano sociale che sul piano dello sviluppo economico della città e che quelle intraprese, siano state un fallimento: cosa pensa in merito?
Ho sostenuto e fatto parte di questa amministrazione sulla base di un programma elettorale che è stato poi arricchito e deliberato come Programma di Mandato che recepiva, grazie essenzialmente all’apporto dei movimenti che mi sostenevano, istanze di rinnovamento profondo negli obiettivi di sviluppo e nei metodi di governo. Si doveva puntare sul recupero delle vocazioni territoriali, sull’agricoltura, sul rapporto con la campagna, sul rilancio delle politiche per i giovani, sul turismo e sulla cultura, su nuovi modelli di mobilità urbana, fermando, inoltre, le iniziative di speculazione edilizia e commerciale. Ci ritroviamo dopo quasi cinque anni con l’abdicazione di qualsiasi ipotesi di sviluppo eco-sostenibile centrato sul rapporto col territorio,
avendo l’amministrazione virato sull’opzione della piattaforma logistica, senza saperla manco gestire e portandola, fortunatamente, al fallimento; le politiche per il turismo e la cultura sono state ridotte a tappeti rossi, hostess, feste
e spettacoli; il piano traffico e le azioni sulla mobilità si sono ridotte all’inversione di un paio di sensi unici, dopo due anni di studio e qualche centinaio di migliaia di euro spesi; nessuna questione urbanistica rilevante è stata risolta coerentemente all’obiettivo di discontinuità rispetto alla precedente amministrazione: palazzo Passarelli è li fermo a deturpare il viale degli Atlantici, a piazza Duomo il cantiere è più esteso di prima ed il contenzioso con i privati è ancora irrisolto, per non parlare della proposta di PUC; le politiche per i giovani, infine, sono illustri sconosciute e lo stesso “Informagiovani” langue miseramente. Questa Amministrazione, poi, doveva realizzare un grande rinnovamento nei metodi realizzando grandi avanzamenti in tema di trasparenza e partecipazione. Ci ritroviamo agli sgoccioli della consiliatura senza che sia stato approvato il regolamento di accesso agli atti e con le delibere pubblicate on-line incomplete al punto da risultare incomprensibili nella sostanza. Della partecipazione c’è poi una malintesa interpretazione per cui piuttosto che realizzare forme democratiche di coinvolgimento dei cittadini alla definizione di programmi e progetti ci si limita, con metodo di derivazione clientelare, a far partecipare ora questo comitato ora quella associazione ad iniziative predefinite dall’Amministrazione. Probabilmente il caso più rilevante di mancanza di trasparenza e partecipazione è rappresentato dall’aumento del 72% della TARSU per l’anno 2009, piovuta sulla testa dei cittadini senza che se ne sapesse nulla. Solo il dossier di Palazzo di città, Altrabenevento e Flaica CUB, ha svelato ai cittadini gli strani conti che hanno determinato quell’aumento, ma l’amministrazione ancora oggi non fornisce le dovute spiegazioni.
avendo l’amministrazione virato sull’opzione della piattaforma logistica, senza saperla manco gestire e portandola, fortunatamente, al fallimento; le politiche per il turismo e la cultura sono state ridotte a tappeti rossi, hostess, feste
e spettacoli; il piano traffico e le azioni sulla mobilità si sono ridotte all’inversione di un paio di sensi unici, dopo due anni di studio e qualche centinaio di migliaia di euro spesi; nessuna questione urbanistica rilevante è stata risolta coerentemente all’obiettivo di discontinuità rispetto alla precedente amministrazione: palazzo Passarelli è li fermo a deturpare il viale degli Atlantici, a piazza Duomo il cantiere è più esteso di prima ed il contenzioso con i privati è ancora irrisolto, per non parlare della proposta di PUC; le politiche per i giovani, infine, sono illustri sconosciute e lo stesso “Informagiovani” langue miseramente. Questa Amministrazione, poi, doveva realizzare un grande rinnovamento nei metodi realizzando grandi avanzamenti in tema di trasparenza e partecipazione. Ci ritroviamo agli sgoccioli della consiliatura senza che sia stato approvato il regolamento di accesso agli atti e con le delibere pubblicate on-line incomplete al punto da risultare incomprensibili nella sostanza. Della partecipazione c’è poi una malintesa interpretazione per cui piuttosto che realizzare forme democratiche di coinvolgimento dei cittadini alla definizione di programmi e progetti ci si limita, con metodo di derivazione clientelare, a far partecipare ora questo comitato ora quella associazione ad iniziative predefinite dall’Amministrazione. Probabilmente il caso più rilevante di mancanza di trasparenza e partecipazione è rappresentato dall’aumento del 72% della TARSU per l’anno 2009, piovuta sulla testa dei cittadini senza che se ne sapesse nulla. Solo il dossier di Palazzo di città, Altrabenevento e Flaica CUB, ha svelato ai cittadini gli strani conti che hanno determinato quell’aumento, ma l’amministrazione ancora oggi non fornisce le dovute spiegazioni.
L’anno prossimo ci saranno le elezioni amministrative: pensa che l’amministrazione di centro sinistra che oggi guida il comune di Benevento vada riconfermata?
Questa amministrazione è stata un clamoroso fallimento perché alla fine hanno prevalso vecchi schemi e vecchi metodi di governare, strumentali al perseguimento di interessi affaristici trasversali. E’ necessario un profondo rinnovamento che veda protagoniste forze politiche, movimenti e uomini credibili rispetto all’obiettivo di orientare l’amministrazione della città al perseguimento del bene comune, al miglioramento della qualità della vita che significa, tra l’altro, servizi che funzionano (uffici, scuole, asili, mezzi di trasporto pubblico, welfare comunale, manutenzione della città), tassazione più equa, opzioni di progresso eco-compatibili, mobilità funzionale e sostenibile, servizi e politiche per i giovani, bilancio partecipativo.
In questi mesi è stato molto acceso il dibattito sulla questione morale, come ad esempio sul concorso Amts. Cosa pensa su tale argomento?
Cosa penso l’ho dimostrato all’inizio del 2008, dimettendomi da Assessore quando scoppiò il caso UDEUR, rinunciando poi, inoltre, ad un posto nel CdA proprio dell’AMTS. Per venire ai fatti di questi giorni, al caso che lei riferisce aggiungerei che c’è un’indagine a carico dell’Assessore Damiano per i gravissimi reati di corruzione e truffa connessi agli accordi con Zamparini per la realizzazione dell’ipermercato “I Sanniti” e che altre inchieste coinvolgono amministratori, funzionari e dirigenti comunali, senza che alcuno si sia dimesso o sia stato revocato. Aggiungo che non bisogna limitarsi a considerare le inchieste di cui si ha notizia, perché il rischio è di farsi un’idea riduttiva del malcostume imperante. Il clientelismo, l’affarismo, il tornaconto personale, i favoritismi, le piccole illegalità imperversano senza remora. La questione morale inizia con l’illegalità della concessione di un permesso di parcheggio nel centro storico in violazione dell’ordinanza sindacale e finisce con la grande corruzione sugli appalti. Ciò che spesso viene trascurato è che le conseguenze di questa illegalità della pratica politica pregiudica la nostra vita: limitando l’esercizio dei diritti, pregiudicando le possibilità di sviluppo, sacrificando i giovani, che se non vogliono o non riescono ad entrare in una segreteria ad elemosinare un lavoro o un incarico devono abbandonare la propria terra e far valere altrove la propria professionalità. Ecco in questo io vedo la conseguenza più drammatica della questione morale.
Cosa pensa del Pd beneventano? Crede che ci siano margini e prospettive per poter dialogare con tale forza di maggioranza nel centro sinistra oppure il Pd deve rivedere alcune idee programmatiche?
Non sta a me dialogare con il PD. Mi limito, visto che me lo chiede, ad osservare che il PD è nelle mani di un gruppo dirigente che per oltre un trentennio è stato gruppo dirigente delle varie forze politiche confluite in quel partito. I programmi sono destinati a rimanere belle parole se sono sottoscritti da personaggi politici che non hanno alcuna credibilità per realizzarli.
Lei ultimamente è intervenuto sul caso “Sanniti” e sull’operato dell’assessore Damiano. Ha affermato che le colpe politiche sono gravi ed hanno portato un danno di sei milioni di euro. Secondo lei questa struttura sopravvivrà o è destinata a essere un caso giudiziario che comporterà una fase fallimentare per tale indotto commerciale?
Da un punto di vista economico e dunque occupazionale mi pare che “I Sanniti” abbia già prodotto conseguenze negative: la promessa occupazionale non è stata mantenuta, i commercianti locali che si sono trasferiti nella struttura sono andati via o lo stanno facendo strozzati dagli oneri di locazione e condominiali, IPERCOOP ha ridotto la superficie di vendita e MANDI, ossia proprio ZAMPARINI, ha annunciato che chiuderà. La città ci ha rimesso moltissimo in termini urbanistici, in termini ambientali ed in termini commerciali. Ci sono poi i danni di 6 milioni di euro per il mancato rispetto degli impegni da parte di Zamparini e le corruzioni ipotizzate dalla magistratura. Mi permetto di dire che l’unico che non ci ha rimesso nulla, a dispetto di quello che va dicendo, è Zamparini, il quale ha recuperato tutto o quasi l’investimento che dice di aver fatto.
In questo momento a quale partito del centro sinistra appartiene o è vicino?
Certamente sono di sinistra ma non per questo devo appartenere ad un partito ed infatti non sono iscritto ad alcun partito. La sinistra sta tentando di riorganizzarsi anche in città, ma c’è il rischio che ricada nell’errore di sempre, cioè di essere attenta al dibattito politico nazionale ma rimanendo incapace di incidere sulle questioni locali. Così facendo la politica si riduce a semplice dibattito, lasciando che siano le associazioni ed i movimenti ad intervenire sulle questioni concrete. Io penso di dare un contributo alla riorganizzazione della sinistra concentrando la attenzione sui temi amministrativi, quelli attraverso i quali si dovrebbe formare una nuova classe politica di sinistra, in grado di avere non solo un progetto per la città, ma anche la capacità di amministrare realizzandolo.
link