ho rivisto con molta attenzione la trasmissione “Dentro i fatti” di venerdì, cui mi ha cortesemente invitato, con la speranza, risultata vana, di trovarvi smentita al disappunto ed allo sconcerto che avevo avvertito durante la puntata, sin dall’inizio, quando ne ho scoperto il titolo.
Nell’invitarmi, mi aveva parlato di una trasmissione di approfondimento sui rifiuti e sulla TARSU ed invece, come tutti hanno potuto constatare, la puntata che Lei ha allestito è consistita in un’apologia dell’ASIA e della raccolta differenziata, iniziata da meno di un anno a Benevento e messa a confronto, ad arte, per enfatizzarne il valore, solo con la sconcezza dell’emergenza rifiuti a Napoli. Un approccio più libero ed obiettivo avrebbe dovuto indurre, quanto meno, ad istituire confronti anche con i modelli evoluti di gestione dei rifiuti verso cui tendere, pure esistenti in Campania in comuni più vicini a Benevento di quanto non lo sia Napoli.
Ciò che si lamenta, beninteso, non è la mancata rappresentazione in negativo del lavoro avviato dal Comune e dall’ASIA, lavoro di cui ho dato riconoscimento anche in trasmissione, quanto, piuttosto, la volontà di esaltare i risultati positivi per giustificare la tassa rifiuti.
La TARSU 2009, come avrebbe dovuto sapere o apprendere nel preparare la trasmissione, incide per oltre 17 milioni di euro (32 miliardi di vecchie lire) sui bilanci delle famiglie e delle imprese beneventane e non può in alcun modo essere giustificata dai maggiori costi della raccolta differenziata, che nel 2009 è stata svolta solo per un mese. Tenga conto, a tal proposito, che per il 2010, quando la raccolta differenziata si è estesa a quasi tutta la città, la TARSU si è ridota di circa il 15%, dando prova, dunque, che la raccolta differenziata non c’entra nulla con l’aumento della tassa del 2009. Quell’aumento, poi, è stato così sproporzionato da consentire all’ASIA, che ha incassato circa 11 milioni di euro dal Comune, di chiudere il bilancio con oltre 700.000 euro di utile operativo. Evidentemente, però, tutti questi argomenti non sono stati ritenuti degni di approfondimento, tanto che nel corso della puntata non è stata proposta una sola tabella esplicativa o un solo servizio sulla tassa, mentre, addirittura, è stato trovato il modo, con pretesti vari e banali, di trasmettere gli spot aziendali dell’ASIA ed addirittura il backstage della loro realizzazione, oltre a servizi e tabelle che, alquanto retoricamente, enfatizzavano il bello della raccolta differenziata ASIA. Eppure, proprio una delle sue redattrici, aveva realizzato a maggio, sempre per Telebenevento, uno dei migliori servizi sul dossier TARSU, predisposto dalle associazioni dei cittadini e dei consumatori.
In sostanza, sono stato invitato da Lei personalmente e dalla sua redazione per discutere seriamente di tassa rifiuti e mi sono trovato in una trasmissione in cui la discussione sulla Tarsu è stata sistematicamente ostacolata ed interrotta (ora con la tabella degli insignificanti valori assoluti dei materiali differenziati raccolti, ora con lo spot pubblicitario, ora con le notizie sulla Carfagna, sugli acquisti della squadra di pallavolo e sugli infortuni dei giocatori di calcio) al punto da risultare confusa ed incomprensibile ai più.
La libertà di informazione più che essere uno slogan da tabellone pubblicitario deve essere una pratica.
Distinti saluti.
Nell’invitarmi, mi aveva parlato di una trasmissione di approfondimento sui rifiuti e sulla TARSU ed invece, come tutti hanno potuto constatare, la puntata che Lei ha allestito è consistita in un’apologia dell’ASIA e della raccolta differenziata, iniziata da meno di un anno a Benevento e messa a confronto, ad arte, per enfatizzarne il valore, solo con la sconcezza dell’emergenza rifiuti a Napoli. Un approccio più libero ed obiettivo avrebbe dovuto indurre, quanto meno, ad istituire confronti anche con i modelli evoluti di gestione dei rifiuti verso cui tendere, pure esistenti in Campania in comuni più vicini a Benevento di quanto non lo sia Napoli.
Ciò che si lamenta, beninteso, non è la mancata rappresentazione in negativo del lavoro avviato dal Comune e dall’ASIA, lavoro di cui ho dato riconoscimento anche in trasmissione, quanto, piuttosto, la volontà di esaltare i risultati positivi per giustificare la tassa rifiuti.
La TARSU 2009, come avrebbe dovuto sapere o apprendere nel preparare la trasmissione, incide per oltre 17 milioni di euro (32 miliardi di vecchie lire) sui bilanci delle famiglie e delle imprese beneventane e non può in alcun modo essere giustificata dai maggiori costi della raccolta differenziata, che nel 2009 è stata svolta solo per un mese. Tenga conto, a tal proposito, che per il 2010, quando la raccolta differenziata si è estesa a quasi tutta la città, la TARSU si è ridota di circa il 15%, dando prova, dunque, che la raccolta differenziata non c’entra nulla con l’aumento della tassa del 2009. Quell’aumento, poi, è stato così sproporzionato da consentire all’ASIA, che ha incassato circa 11 milioni di euro dal Comune, di chiudere il bilancio con oltre 700.000 euro di utile operativo. Evidentemente, però, tutti questi argomenti non sono stati ritenuti degni di approfondimento, tanto che nel corso della puntata non è stata proposta una sola tabella esplicativa o un solo servizio sulla tassa, mentre, addirittura, è stato trovato il modo, con pretesti vari e banali, di trasmettere gli spot aziendali dell’ASIA ed addirittura il backstage della loro realizzazione, oltre a servizi e tabelle che, alquanto retoricamente, enfatizzavano il bello della raccolta differenziata ASIA. Eppure, proprio una delle sue redattrici, aveva realizzato a maggio, sempre per Telebenevento, uno dei migliori servizi sul dossier TARSU, predisposto dalle associazioni dei cittadini e dei consumatori.
In sostanza, sono stato invitato da Lei personalmente e dalla sua redazione per discutere seriamente di tassa rifiuti e mi sono trovato in una trasmissione in cui la discussione sulla Tarsu è stata sistematicamente ostacolata ed interrotta (ora con la tabella degli insignificanti valori assoluti dei materiali differenziati raccolti, ora con lo spot pubblicitario, ora con le notizie sulla Carfagna, sugli acquisti della squadra di pallavolo e sugli infortuni dei giocatori di calcio) al punto da risultare confusa ed incomprensibile ai più.
La libertà di informazione più che essere uno slogan da tabellone pubblicitario deve essere una pratica.
Distinti saluti.