domenica 18 dicembre 2011

pessimi esempi sotto .....il presepe

amministrazione, anello debole 

Gli studi più avanzati sull’organizzazione ed il governo delle città mettono in risalto come la capacità e la concreta possibilità che esse hanno di progredire, resistendo ai fattori sfavorevoli e sfruttando quelli favorevoli, dipenda dal livello di “fiducia” che caratterizza le relazioni sociali ed economiche tra i cittadini, gli operatori economici, le istituzioni locali. Più è alto il livello di fiducia reciproca, semplificando, più tutti i soggetti attivi in una città tenderanno ad assumere la veste di cooperatori per lo sviluppo del bene comune città. Gli organi di governo, per la “esemplarità” che li caratterizza, sono capaci di far crescere o deprimere il livello di fiducia nella città. Come si dice a proposito dell’educazione dei bambini: si educa con l’esempio.
Ecco, la vicenda degli addobbi natalizi della città, per come si è svolta ed evoluta, non è questione di sensibilità all’arte ed all’innovazione o di tradizione; non c’entra con la politica per il commercio; non è scelta tra austerità e sperpero; non è problema di bella o brutta figura (concetto del tutto provinciale); non è il caso della scelta capricciosa di un assessore. Nulla di tutto questo costituisce l’elemento più drammatico per la città, a mio avviso. C’è qualcosa di molto più serio e dirimente che ha a che fare anche con l’evento, la festa, che per credenti e non credenti, è il momento emotivamente più coinvolgente dell’anno. Nel bene e nel male, infatti, tutti siamo coinvolti dal Natale: chi è pervaso da profonda fede ha sol per questo motivo di gioire, c’è chi è felice di potersi riunire con la famiglia, di potersi riposare per i giorni di vacanza, di poter fare regali, c’è la gioia esaltante dei bambini, ci sono le tristezze, amare ed amarissime, di chi nei giorni di festa vede esaltate le proprie sofferenze ed i propri disagi. E’ indubbio che il Natale ci coinvolge tutti, il suo peso emotivo è fortissimo. E questo peso acuisce la “esemplarità” delle scelte dell’Amministrazione e la loro conseguente incidenza sul livello di fiducia nelle relazioni interne alla città.
Quali esempi ci ha dato questa Amministrazione? Vediamoli.
La delibera di Giunta per l’organizzazione degli addobbi è del 10 dicembre. Ciascuno di coloro che addobbano la propria casa, per convenzione, vi provvede l’8 dicembre avendo già per quella data acquistato il necessario. Molti di noi, volendo fare qualche regalo in occasione della festa, il 10 ne ha già fatto almeno un elenco. Gli operatori economici, provvedono agli ordini per i propri rifornimenti natalizi già a fine settembre. Le prime pubblicità di panettoni iniziano a metà novembre o addirittura prima. E’ decisamente tardi deliberare e dunque decidere il 10 dicembre come addobbare la città. Che esempio ne traiamo? Sciatteria, improvvisazione, trascuratezza, scarsa cura e dedizione. Possiamo avere fiducia o può generare un incremento di fiducia una decisione che trasmette simili esempi? No, decisamente no.
La scelta del tipo di addobbo della ricorrenza e festività più partecipata dai cittadini (si tratta di un dato non irrilevante) è stato condiviso e partecipato? C’è stato, cioè, un percorso di consultazione con gli operatori per far maturare una scelta pur innovativa e magari contemperare esigenze, aspettative e spese? NO, assolutamente. Da quel che si è capito e che è lecito immaginare l’opera doveva essere quasi una sorpresa, una sorpresa scioccante (per dimensioni – 500 figure e una natività gigante - e per impatto sull’immaginario collettivo). Che esempio ne traiamo, anche in questo caso? Ambizione personale o di un ristretto gruppo anteposta all’ambizione di tutti i cittadini ad avere una città bella (non si discute della scelta del tipo di addobbo, che ben poteva essere lo stesso, qui si discute del percorso e dell’obiettivo), scarsa considerazione dell’interesse, delle aspirazioni e dei desideri degli operatori economici, dei semplici cittadini e dei loro gruppi organizzati. Anche qui la “esemplarità” dell’azione amministrativa è negativa ed induce un regresso del livello di fiducia.
Ma il colpo mortale alla fiducia per la pessima “esemplarità” dell’accaduto è il crollo delle due sagome decorative in lamiera, appese sulla principale di via di passeggio della città. Qui entra in gioco la salute pubblica; è stato un caso fortuito che nessuno si sia ferito o abbia subito conseguenze peggiori o che addirittura non ne rimanesse coinvolto un bambino. Dover dire “è’ stato un caso” significa dire che i cittadini per la propria incolumità non possono fidarsi appieno dell’Amministrazione. Si tratta di un colpo da KO assestato, attenzione, non alla fiducia del cittadino nel singolo amministratore ma alla fiducia nell’Istituzione, con induzione al pensiero conseguente: non ci si può fidare di nessuno.
Questo è il genere di cattivo esempio che indebolisce una città nelle fondamenta, erodendo il tessuto già fragile delle relazioni.
Non saranno certo i fili di lampadine dell’ultimo secondo a consentire di ricucire lo strappo enorme prodottosi in città in conseguenza dell’approssimazione, della sciatteria e della vanità di Amministratori destinati a rimanere nel buio dei propri angusti obiettivi, cui rimane estranea la nascita di un rete di relazioni fondate sulla fiducia e quindi lo sviluppo della nostra città.