amministrazione, anello debole |
Gli studi più avanzati sull’organizzazione ed il governo delle città mettono in risalto come la capacità e la concreta possibilità che esse hanno di progredire, resistendo ai fattori sfavorevoli e sfruttando quelli favorevoli, dipenda dal livello di “fiducia” che caratterizza le relazioni sociali ed economiche tra i cittadini, gli operatori economici, le istituzioni locali. Più è alto il livello di fiducia reciproca, semplificando, più tutti i soggetti attivi in una città tenderanno ad assumere la veste di cooperatori per lo sviluppo del bene comune città. Gli organi di governo, per la “esemplarità” che li caratterizza, sono capaci di far crescere o deprimere il livello di fiducia nella città. Come si dice a proposito dell’educazione dei bambini: si educa con l’esempio.
Ecco, la vicenda degli addobbi
natalizi della città, per come si è svolta ed evoluta, non è questione di
sensibilità all’arte ed all’innovazione o di tradizione; non c’entra con la
politica per il commercio; non è scelta tra austerità e sperpero; non è
problema di bella o brutta figura (concetto del tutto provinciale); non è il
caso della scelta capricciosa di un assessore. Nulla di tutto questo
costituisce l’elemento più drammatico per la città, a mio avviso. C’è qualcosa
di molto più serio e dirimente che ha a che fare anche con l’evento, la festa,
che per credenti e non credenti, è il momento emotivamente più coinvolgente
dell’anno. Nel bene e nel male, infatti, tutti siamo coinvolti dal Natale: chi
è pervaso da profonda fede ha sol per questo motivo di gioire, c’è chi è felice
di potersi riunire con la famiglia, di potersi riposare per i giorni di
vacanza, di poter fare regali, c’è la gioia esaltante dei bambini, ci sono le
tristezze, amare ed amarissime, di chi nei giorni di festa vede esaltate le
proprie sofferenze ed i propri disagi. E’ indubbio che il Natale ci coinvolge
tutti, il suo peso emotivo è fortissimo. E questo peso acuisce la “esemplarità”
delle scelte dell’Amministrazione e la loro conseguente incidenza sul livello
di fiducia nelle relazioni interne alla città.
Quali esempi ci ha dato questa
Amministrazione? Vediamoli.
La delibera di Giunta per
l’organizzazione degli addobbi è del 10 dicembre. Ciascuno di coloro che
addobbano la propria casa, per convenzione, vi provvede l’8 dicembre avendo già
per quella data acquistato il necessario. Molti di noi, volendo fare qualche
regalo in occasione della festa, il 10 ne ha già fatto almeno un elenco. Gli
operatori economici, provvedono agli ordini per i propri rifornimenti natalizi
già a fine settembre. Le prime pubblicità di panettoni iniziano a metà novembre
o addirittura prima. E’ decisamente tardi deliberare e dunque decidere il 10
dicembre come addobbare la città. Che esempio ne traiamo? Sciatteria,
improvvisazione, trascuratezza, scarsa cura e dedizione. Possiamo avere fiducia
o può generare un incremento di fiducia una decisione che trasmette simili
esempi? No, decisamente no.
La scelta del tipo di addobbo
della ricorrenza e festività più partecipata dai cittadini (si tratta di un
dato non irrilevante) è stato condiviso e partecipato? C’è stato, cioè, un
percorso di consultazione con gli operatori per far maturare una scelta pur
innovativa e magari contemperare esigenze, aspettative e spese? NO,
assolutamente. Da quel che si è capito e che è lecito immaginare l’opera doveva
essere quasi una sorpresa, una sorpresa scioccante (per dimensioni – 500 figure
e una natività gigante - e per impatto sull’immaginario collettivo). Che
esempio ne traiamo, anche in questo caso? Ambizione personale o di un ristretto
gruppo anteposta all’ambizione di tutti i cittadini ad avere una città bella
(non si discute della scelta del tipo di addobbo, che ben poteva essere lo
stesso, qui si discute del percorso e dell’obiettivo), scarsa considerazione
dell’interesse, delle aspirazioni e dei desideri degli operatori economici, dei
semplici cittadini e dei loro gruppi organizzati. Anche qui la “esemplarità”
dell’azione amministrativa è negativa ed induce un regresso del livello di
fiducia.
Ma il colpo mortale alla fiducia
per la pessima “esemplarità” dell’accaduto è il crollo delle due sagome
decorative in lamiera, appese sulla principale di via di passeggio della città.
Qui entra in gioco la salute pubblica; è stato un caso fortuito che nessuno si
sia ferito o abbia subito conseguenze peggiori o che addirittura non ne
rimanesse coinvolto un bambino. Dover dire “è’ stato un caso” significa dire
che i cittadini per la propria incolumità non possono fidarsi appieno
dell’Amministrazione. Si tratta di un colpo da KO assestato, attenzione, non
alla fiducia del cittadino nel singolo amministratore ma alla fiducia
nell’Istituzione, con induzione al pensiero conseguente: non ci si può fidare
di nessuno.
Questo è il genere di cattivo
esempio che indebolisce una città nelle fondamenta, erodendo il tessuto già
fragile delle relazioni.
Non saranno certo i fili di
lampadine dell’ultimo secondo a consentire di ricucire lo strappo enorme
prodottosi in città in conseguenza dell’approssimazione, della sciatteria e
della vanità di Amministratori destinati a rimanere nel buio dei propri angusti
obiettivi, cui rimane estranea la nascita di un rete di relazioni fondate sulla
fiducia e quindi lo sviluppo della nostra città.